Esposizione a PFAS durante la gravidanza, rischio di obesità per i bambini

I rischi di esposizione alle sostanze chimiche PFAS, note per la loro capacità di durare a lungo nell’ambiente, iniziano prima della nascita. A mostrarlo è una ricerca pubblicata su Environmental Health Perspectives guidato da Joseph Braun, della Brown University, negli Stati Uniti, secondo la quale l’esposizione a questi inquinanti nella vita fetale è stata associata a indici di massa corporea leggermente più alti e a un aumentato rischio di obesità nei bambini.

Il nuovo studio coinvolge un set di dati molto ampio ed è stato condotto in varie parti degli USA. I dati sono stati raccolti dal programma di ricerca nazionale ECHO, che ha l’obiettivo di comprendere gli effetti di un’ampia gamma di fattori che influenzano l’ambiente a livello precoce sulla salute e lo sviluppo dei bambini. Lo studio ha utilizzato i dati raccolti in vent’anni da 1.391 bambini di età compresa tra due e cinque anni e le loro madri. I PFAS si trovano nei tessuti, nei prodotti per la cura della persona, nelle sostanze antincendio, negli imballaggi alimentari e in altri prodotti per la casa e persistono nell’ambiente per migliaia di anni.

I ricercatori hanno analizzato i livelli di sette diversi PFAS nei campioni di sangue raccolti durante la gravidanza e hanno calcolato l’indice di massa corporea di ogni bambino, per valutare in modo approssimativo il grasso corporeo. I ricercatori hanno evidenziato, così, che più elevati livelli di PFAS nel sangue della madre durante la gravidanza erano correlati a indice di massa corporea leggermente più alti.

L’aumento dell’obesità, poi, è stato osservato in modo uguale sia tra i maschi che tra le femmine, con l’associazione che sarebbe stata evidenziabile anche a livelli bassi di PFAS. “Anche se l’uso di queste sostanze nei prodotti è diminuito, le donne in gravidanza potrebbero ancora essere a rischio di danni”, ha spiegato Braun, secondo il quale “anche i figli potrebbero essere a rischio di effetti dannosi sulla salute associati ai PFAS”.
Fonte: Environmental Health Perspectives 2023

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